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ELSA OSORIO

osorio

Elsa Osorio è nata a Buenos Aires. Fra le sue opere principali si ricordano "I venti anni di Luz", "Lezioni di tango" e "Sette notti d'insonnia". E' autrice di sceneggiature cinematografiche e televisive. Coordina laboratori di narrativa ed è attivista per i diritti mani. Ha ottenuto fra gli altri il Premio Nacional de Literatura, il Premio per la Migliore Sceneggiatura di Commedie, il Premio Amnistia Internacional, il Premio Acerbi.

I VENTI ANNI DI LUZ
Dopo aver letto ed essermi commossa con Lezione di Tango ed aver raccolto discordanti opinioni sulla qualità dello scritto a favore di quello che viene considerato il capolavoro di Elsa Osorio, I vent’anni di Luz, ne sono stata magicamente attratta e, a ragion del vero, è senz’altro il suo capolavoro.
Intenso, crudo, avvincente eppure terribilmente commovente, quattro aggettivi che riassumono il tutto. Uno di quei libri che a fatica lasci sul comodino e per i quali torni di corsa la sera, a quel momento in cui, fra le tue mani, si potrà rivelare nella sua interezza.
Inizia con un incontro a Madrid. Luz, protagonista ed eroina e Carlos, la cui identità si svelerà dopo pochi capitoli. La storia purtroppo quella di tanti nell’Argentina degli anni Settanta, sprofondata nel buio della dittatura militare. Prelevata da un carcere vicino a Buenos Aires, Liliana, studentessa comunista, arrestata e condannata a morte come sovversiva, da alla luce una bambina: Luz.
Inizialmente Luz viene affidata alle cure della fidanzata di un sergente carceriere, successivamente alla figlia di Dufou uno dei responsabili della repressione che ha perso il suo primogenito alla nascita.
L’infanzia di Luz è costellata da un rapporto conflittuale con la madre che, insieme ad altri indizi, la portano a sospettare delle sue vere origini. Trascorrerà i suoi vent’anni alla ricerca, a tratti disperata e ostinata, della verità. Una verità che le dia il perché dell’odio, spesso manifesto, della madre e una luce definitiva sulle sue origini.
Aiutata dal marito Ramiro, figlio di un “desaparecido”, supportata dall’amore del suo piccolo Juan e coccolata dalla certezza che la verità sul suo passato le donerà un futuro migliore, riuscirà a scoprire le dinamiche e le persone che hanno attraversato il suo cammino.
Elsa Osorio anche in quest’opera usa un modo altro di raccontare la Storia, quella con la S maiuscola, scritta nei libri tra le peggiori espressioni dell’uomo, la storia dei desaparecidos, della dittatura, del coraggio delle donne di Plaza de Mayo, la storia di madri che non hanno più riabbracciato i loro fogli e del coraggio di una ragazza che non teme una verità scomoda e pesante.
Il libro è a tratti crudo, ma con la certezza di quel lieto fine che non è frutto di una capacità creativa indiscussa ma forse, ci piace credere, di quella parte piccola e fragile di giustizia in cui l’amore e la determinazione trovano ragione.
Sensibilità femminile, passione del popolo argentino, pathos e violenza di vicende orribile, un impianto narrativo che senz’altro rapisce.
“…raccontami del tuo fidanzato, il tuo compagno… E fu come se si fosse accesa la luce, il suo sorriso illuminò tutto. È bellissima quando sorride, e anche quando ride. Non so come faccia a ridere con tutto quello che le sta succedendo (…) mi ha raccontato che il suo fidanzato si chiamava Carlos Squirru e mi ha chiesto, nel caso le fosse successo qualcosa e l’avessero uccisa, di scoprire cosa gli era capitato e, nel caso fosse stato ancora vivo, dirgli che Lili era nata…”

Clarita Kalimocio

 

Nella piazza più caratteristica e spettacolare della Roma barocca, Piazza Navona Il Sindaco di Roma Walter Veltroni, che regalerà ai Volontari per la lettura, delle Associazioni Auser, Modavi e Luass, il suo "libro del cuore" : I vent'anni di Luz della scrittrice argentina Elsa Osorio, presente alla giornata inaugurale. 
"I vent'anni di Luz" è il libro del cuore che quest'anno voglio regalare ai giovani lettori romani. La lotta contro la schiavitù e per la sua abolizione è uno dei temi al centro della Giornata Mondiale del libro del 2004 e questo romanzo di Elsa Osorio in fondo è proprio di questo che parla: il lungo cammino di un popolo, quello argentino, prima di uscire dalla schiavitù della dittatura militare e la ricerca tenace, paziente, per cercare la verità, per rendere giustizia alle migliaia di desaparecidos, di persone cui non si è avuta più notizia" Walter Veltroni.Il tema della Giornata Mondiale del libro e del Diritto quest'anno dedicato alle nuove schiavitù, all'interno di questo ampio e delicato argomento, le Biblioteche di Roma ne estendono i confini con iniziative in cui la memoria storica, culturale e umana è in primo piano. "… per non perdere, come dice il Sindaco Walter Veltroni, quell'indispensabile valore che è la memoria, è in fondo un segnale di speranza per il futuro…".

DA REPUBBLICA

Corriere della Sera - Ettore Botti
Viaggio in Argentina, ricordando con rabbia

«Durante la dittatura ero una militante, non nella lotta armata, ma nello schieramento di sinistra certamente sì. Ricordo la paura, quasi paranoica, che provavamo. Per i militari noi studenti, in particolare quelli di lettere e filosofia, eravamo tutti dei potenziali criminali. Mi trovavo a "ripulire" la casa con l'incubo di una perquisizione in ogni momento. Qualsiasi cosa avessero trovato poteva essere elemento d'accusa. Una volta, mentre partivo per la Francia, fui bloccata all'aeroporto perché avevo nella borsa un libro di Tolstoj. Un autore russo costituiva di per sé motivo di grave allarme».
La protagonista delle prime pagine è, appunto, una studentessa comunista, Liliana, incinta del fidanzato Carlos, arrestata come sovversiva e costretta a partorire in prigionia. Nasce una bambina (Luz) e comincia a dipanarsi la complicata vicenda: mentre la madre, mandata segretamente a morte, scompare nel nulla, la piccola finisce, grazie a un repentino cambio di nome, in casa di un generale che ne fa dono alla figlia, felicemente sposata ma sterile. Sarà la bambina, poi adolescente, poi giovane donna a scoprire la verità, attraverso un drammatico itinerario che si concluderà soltanto ai nostri giorni.
«L'idea ? spiega Elsa Osorio ? m'è venuta durante uno dei miei periodici ritorni in Argentina. Stavo scrivendo un altro romanzo, ma mi fermai a riflettere sui segreti, anche terribili, che custodisce la nostra società e rimasi turbata in modo speciale dal mistero di questi ragazzi, tanti, tantissimi ragazzi, senza identità». Perché non prendere spunto dalla cronaca (o storia recente) quando offre invenzioni tanto paradossali e crudeli come quella dei figli delle vittime che diventano amorevoli e non di rado riamati figli degli aguzzini? «Questa guerra non è contro i bambini», si dicevano in tono benevolo generali e colonnelli durante il succedersi delle giunte votate a debellare «con ogni mezzo» il terrorismo, in una concezione allargata a colpire genericamente le simpatie di sinistra. Era un'assurda doppia morale, per cui le donne si uccidevano senza esitazione purché a gravidanza conclusa, ma anche il pretesto per un traffico di neonati destinato a soddisfare le famiglie senza prole di militari e poliziotti o di cittadini di sani principi. Oppure, come suggerisce la Osorio, il motivo per una piccola selezione razziale perché, in un Paese dove le sembianze europee sono più pregiate di quelle indie, a passare di mano erano quasi sempre i neonati biondi, dalla pelle liscia e dagli occhi azzurri.
I casi di figli rubati alle «desaparecidas», emersi un po' alla volta e in ritardo dopo la fine della dittatura, sono molto numerosi. Secondo l'associazione delle Nonne della Plaza de Mayo, sarebbero più di 500. E i casi documentabili, nel senso che si è scoperta traccia di nascite senza che ad esse corrispondano bambini con il giusto cognome, quasi 300. Il frutto della disperata, tenace ricerca di queste donne non più giovani, che vivono nel ricordo della tragedia familiare e vorrebbero almeno conoscere i nipoti, ha portato a una sessantina di identificazioni, alcune delle quali, le ultime, facilitate da Internet.
«L'angolo visuale del mio racconto  interviene la scrittrice  è però differente. In genere, le indagini sono state condotte dai parenti degli scomparsi. Nonne, nonni, zii, suoceri, cugini: adulti che si sono messi a cercare ex neonati giunti intorno ai 20 anni. Proprio nelle settimane scorse il poeta Juan Gelman, mio connazionale, è riuscito a rintracciare in Uruguay la nipote, al termine di infinite peripezie. Nel racconto, invece, è una ragazza non reclamata da nessuno che percepisce qualcosa di o scuro e tormentato nelle proprie origini e decide di intraprendere il cammino a ritroso. Con l'aiuto di altri personaggi, ravveduti dopo essere stati complici o conniventi, scelti un po' come esempio di una società che non volle vedere ma poi ha dovuto, per forza, togliersi la benda».
Una prospettiva nuova, dunque, come originale è la struttura narrativa. Pur usando materia da feuilleton (il finto padre e la madre cattiva) e dando sfogo alla sua passione politica, Elsa Osorio non scrive un romanzo d'appendice né un pamphlet, bensì una storia di sentimenti, avvincente come un giallo nel quale s'intersecano voci, tempi e scenari.